domenica 27 dicembre 2015

INCONTRO CON STEFANO BRECCIAROLI



TROVEREMO IL MOMENTO ADATTO...
 PER UN  ALTRO CLINIC CON ANDREW NICHOLSON IN ITALIA”
A cura di Giulia Iannone
"Al momento Viscount George è il vincitore del gruppo B "
Photo di archivio di Giulia Iannone


Quattro chiacchiere con il completista italiano  Stefano Brecciaroli in vista di Rio 2016 ...
I nominativi della Ranking list verso Rio 2016. Sembra di capire che il suo nominativo sia certo, assieme alla Panizzon ed Emiliano Portale. Resta  poi da vedere  quali saranno i cavalli designati. Inoltre potrebbe profilarsi anche l'ipotesi di una squadra visto che questo numero è sufficiente per la gara a squadre. Cosa ci può dire di più e nel dettaglio?
Non c’è stata per me la possibilità – vista la poca esperienza di intesa  come binomio,  con Roulette B – di  poter partecipare al  Campionato d’Europa, appuntamento clou del 2015.  Così quest’ anno mi sono concentrato a far progredire i miei cavalli su di  un certo livello di gara. Nel frattempo ho curato  anche l’ottica di una ranking list. La definirei questa una annata molto proficua perché tutti i miei  cavalli hanno portato a termine delle belle prestazioni . Segnalo anche il rientro di Apollo, che è un cavallo molto importante per la  mia carriera, che tutti conoscono! Ma avendo io potuto contare anche su cavalli come Roulette B e Viscount George, che si sono espressi agonisticamente molto bene nel 2015, ho potuto far uscire Apollo in gare mirate importanti e prestigiose, ma senza rincorrere i punti. L’organizzazione, la pianificazione e la strategia di poter contare su ben tre cavalli mi ha premiato.”
Tra i suoi cavalli, quello di punta al momento per Lei è Viscount George?
“ Possiamo dire di si,attualmente  è lui che comanda la ranking, ma  tutti e tre  i cavalli sono all'altezza della situazione!  Al momento Viscount George  è il vincitore del gruppo B. In tal modo il suddetto vincitore prende il posto automaticamente per Rio 2016 ! Ovviamente i punti li prende il binomio. Una volta acquisita la carta si può decidere. Nel senso che la carta è della Federazione, dunque si può cambiare. Penso però che per democrazia ci sarà un occhio di riguardo nei confronti di chi è riuscito a prendere questi punteggi attraverso le varie gare. Questi punteggi si acquisiscono anche rimanendo nel primo 25 % della ranking, quindi non è una cosa così scontata. Il risultato si raggiunge sempre in gare di livello tre stelle. C’è da pensare però che anche una amazzone internazionale come Karin Donckers sempre all’inseguimento dei punti utili per la ranking, ha partecipato ad una gara in Romania- abbassandosi a fare gare di serie B!  Da ciò capiamo che c’è un grande sforzo da parte dei cavalieri che devono girare molto e cercare “altre gare” al fine di acquisire un giusto score per poter anche riservarsi un posto al sole. L’entrata alle Olimpiadi passa per tattiche strategie alla ricerca di un risultato.”
"tutti e tre i cavalli di punta della mia scuderia sono all'altezza della situazione"
Photo di archivio di Giulia Iannone
Stefano Brecciaroli su Roulette B

Ricordiamo a questo proposito come lei riuscì ad ottenere la green card per Londra 2012?
“Nel campionato d’Europa a Luhmuhlen ,  in cui mi classificai quinto a livello individuale   e  nonostante i   tre netti  in campagna della  squadra,   non si  ottenne  la qualifica per l’imminente Olimpiade. Così mi rimboccai  le maniche e  non mi diedi per vinto. Chiesi  al mio grande amico Andrew Nicholson un cavallo in affitto per poter cercare di scalare la ranking . Quel cavallo era Oplitas, ora sotto la sella di Giovanni Ugolotti. “
"Per Londra 2012 mi rimboccai le maniche e non mi diedi per vinto!"
Stefano Brecciaroli su Apollo
Photo courtesy galleria Stefano Brecciaroli official website

Il pensiero allora di una squadra composta da Lei, Panizzon e Portale è concreto?
“Attualmente vedo profilarsi all’orizzonte due binomi sicuri. Sono Viscount George e Pennyz, due cavalli che hanno preso il punteggio ed a mio avviso potrebbero rimanere nella ranking senza problemi. Però essendoci ancora due gare a disposizione e non sapendo gli altri come sono messi e che ragionamento faranno, non è da escludere che la lotta è aperta fino all’ultima gara! Emiliano Portale è dentro e credo sia nell’ultima parte. I cavalieri dietro di lui potrebbero intaccare la sua posizione. Dobbiamo aspettare. Portale ha tutte le qualità per proteggere la sua posizione ed in tal modo garantire all’Italia la squadra con il terzo componente. Se poi ne viene un quarto...ancora meglio!”


 All'Internazionale di Ravenna è stata data la notizia di una new entry nella struttura del completo di ambito federale. Alberto Casolari andrà ad affiancare il CT nel ruolo di selezionatore. Cosa ci può dire per spiegare questa ulteriore figura? Lei cosa ne pensa?Che significato può avere questo volto per il nostro completo contemporaneo?
“Al momento non ho tanto da dire. Posso dire che si è tenuta a Ravenna  una riunione durante la quale è stato presentato Alberto Casolari, persona del completo che conosco da tempo,  cavaliere e persona per bene. L’ho trovato presentato dal Presidente Orlandi come Team manager  selezionatore ossia colui che selezionerà la squadra. E’ una situazione nuova e bisognerà aspettare per vedere come sarà organizzata la cosa. In questi anni di questa mia attività sportiva  ho visto all’opera tutte e due le figure in maniera diversa. Il tecnico all’epoca di Jean Paul Bardinet, poi con Michele Betti come Chef de equipe e selezionatore. Ho avuto le figure separate, ora le troviamo riunite. Una novità per tutti , bisognerà vedere come si organizzeranno. Bisogna solo far attenzione – sempre all’insegna della chiarezza- che gli interlocutori non siano troppi.”
 L'anno scorso lei ha portato in Italia Andrew Nicholson per un fantastico stage alle Scuderie della Malaspina. Volevamo in primo luogo avere più  notizie "privilegiate" - data la sua speciale amicizia con il campionissimo!- sulle sue attuali condizioni di salute, sappiamo che ha ripreso a montare un po’ in piano... vorremmo tanto che ritorni alle gare!  Inoltre sarebbe bello sapere se lei  ha intenzione di ripetere l'iniziativa didattica dell'anno passato con Nicholson come coach?
“Confermo che è tornato in sella! Mi ha chiamato ed è entusiasta di essere tornato finalmente a cavallo. Posso confermare con tempi record, sta facendo dei passi da gigante, ne parlo con orgoglio e con affetto, perché tutti sappiamo che valore ha ritornare a montare, per un uomo del genere. Ce la sta mettendo tutta sta usando tutta la parsimonia e cautela, infatti sta montando Nereo ed Avebury che sono i suoi due cavalli più sicuri e top level per riprendere dimestichezza dopo 4 mesi di inattività. Si trova bene e si sente a suo agio nel montare, questo mi ha fatto molto piacere. Una volta tanto mi sono permesso di fargli una raccomandazione – in genere me le fa lui!- di andare con calma e di prendersi tutto il tempo che occorre. Siamo tutti a disposizione per aiutarlo! La priorità per Andrew è questo cammino personale di rientro equestre, dopo troveremo il momento più adatto per riportarlo in Italia in occasione di un altro stage-  evento. In quella occasione, vorrei pubblicizzare meglio il clinic di Andrew e richiamare anche dei cavalieri di fascia A , così penso possa diventare un appuntamento annuale di riferimento anche come aggiornamento per tecnici. Vorrei avvicinare il campionissimo neo zelandese all’Italia, penso che possa portare tanta cultura ed esperienza. Un modo fresco per tenere la mentalità aggiornata ed il filo diretto con l’estero”!
"Nonostante il mio poco tempo a disposizione per via della carriera agonistica, sono sempre felice di essere utile e di dare un contributo alla didattica ed alla regione"
Nella foto Stefano Brecciaroli su Viscount George all'Internazionale di Sopot, Polonia.
Photo courtesy  Malgorzta Sinska


 A proposito di didattica. Si parlava di una sua speciale docenza nel Lazio. Sembrava certo che Lei avrebbe insegnato durante un modulo di completo: un cavaliere - agonista nel ruolo di coach. Trait de union tra tecnica classicamente italiana  e modernità.  Di pari passo con il completo "da gara"  che ha nuove esigenze e sviluppi tecnici e atletici. 
Poi non se ne è saputo più nulla. Come è andata a finire l'iniziativa didattica? la vedremo salire in cattedra oppure no?
“ In realtà era un pour parler!! Non mi è mai stata fatta la proposta ufficiale dal Comitato Fise Lazio. Non sapevo che ci fosse questo interesse per me come docente! La cosa mi fa molto piacere ed onore e se posso dare un contributo alla didattica ed alla regione,  con il mio poco tempo disponibile,sono sempre felice. Non lo so, temo che al momento non sono neanche inserito nella lista dei docenti abilitati alla formazione. C’è un limite burocratico e tecnico a monte. Non ho approfondito perché non ho avuto una richiesta formale. Un domani, se ci dovesse essere bisogno, mi interesserò dell’argomento!”


sabato 19 dicembre 2015

IL COMMENTO DI VALERIO MOSCA

“IL MIO SEGRETO? CERCO DI NON PENSARE!”
Valerio Mosca sul podio insieme al suo istruttore, Piero Coata
Allo Scoiattolo di  Pontedera, il 15enne romano, Valerio Mosca allievo di Piero Coata, vince  il  Master giovanile , categoria Junior fascia gold in sella a Bikkel OH.
 Ecco il suo commento  dopo la vittoria ottenuta con due percorsi netti.
A cura di Giulia Iannone

-          Un commento sulla gara della vittoria: due percorsi conclusi con doppio zero. Ripercorriamo insieme, attraverso le sue parole, come è andata questa trasferta a Pontedera nel day by day.
Con Bikkel( Kwpn del 2006 da Sydney) il primo giorno di gara ho portato a termine un bel doppio zero. I percorsi di gara erano ben chiari, l’altezza non esagerata. Ero tranquillo in prima giornata e mi sentivo come al solito molto a mio agio ed in confidenza con il mio stallone grigio Bikkel. Il percorso della giornata conclusiva era di un certo rilievo, con alcuni salti importanti. Ero consapevole di gareggiare in un Master giovanile, ma ho cercato di mantenere una certa dose di calma interiore utile per montare bene e con disinvoltura. In genere cerco di non pensare! “
-          Sensazioni emozioni aspettative del pre- gara
Cerco di fare finta in momenti importanti che sia una gara come le altre. Non pensavo sicuramente di vincere, ma mi auguravo di arrivare, magari, tra i primi cinque, va bene, i primi tre! Credo di essere abbastanza freddo anche se non dimostro a pieno le mie sensazioni. Certo fa sempre piacere vincere, ma è ancora più interessante farlo montando bene”
-          Come si era preparato , tecnicamente ed emotivamente, per questo importante impegno agonistico giovanile?
Ho rispettato semplicemente il mio programma di allenamento di routine settimanale. Il piano di lavoro è calibrato sui cavalli in maniera annuale. Tecnicamente seguo un planning con il mio istruttore, Piero Coata cui si aggiungono stages periodici mensili con Giorgio Nuti. Oltre alla preparazione tecnica a casa abbiamo effettuato in questo anno concorsi di crescita e allenamento per i cavalli , mirati e di preparazione  ai concorsi di punta che erano stati  individuati dal mio coach ad inizio anno. “
"Tra i due cavalli, preferisco Bikkel OH, cavallo tranquillo ed equilibrato"

-          Un pensiero approfondito deve essere fatto su Bikkel e Goldstar, compagni di gara e di vita quotidiana. Parliamo bene di loro, ce li presenti. Caratteristiche, pregi, difetti, punti di forza. Quale preferisce tra i due?
Tra i due cavalli, magari per le gare un po’ più basse preferisco Bikkel che ha meno mezzi rispetto a Goldstar ( castrone belga del 2006 da Clinton) ma è un po’ più facile da montare, non ha lo stesso carattere di Goldstar che definirei un cavallo particolare. Bikkel è tranquillo equilibrato, Goldstar è macchinoso la sua  bocca è forte, la gestione è impegnativa, ma ha molta forza sul salto.  Credo che  in futuro Goldstar potrebbe aiutarmi ad affrontare  gare di maggiore rilievo. La sfida sarà renderlo più maneggevole attraverso il lavoro e così insegnargli ad usare la sua forza mettendola a disposizione del salto!”
-          Quando si vince e si conquista il gradino più alto del podio, a cosa si pensa, cosa ritorna in mente dall’alto dei suoi 15 anni?
“Si è  contenti  e soddisfatti. Questo si pensa! Se uno arriva al primo posto significa che ha fatto un buon lavoro e non si deve  montare  assolutamente la testa. Ci si deve preparare  per nuovi impegni agonistici”.
-          Il suo istruttore  è salito sul podio insieme a lei. Ci descrive questa emozione? Cosa le aveva detto il suo istruttore, Piero Coata,  prima della manche della giornata conclusiva ?  Come ha accolto poi il suo tecnico , la sua affermazione nella fascia Junior gold  ?
“Forse è la prima volta in cui  ho visto Piero (Coata, ndr)  più aperto, di solito è una persona abbastanza chiusa, di poche parole. Quando sono uscito dal campo, dopo aver effettuato doppio zero ha esclamato “ Sei stato quasi bravo”. Credetemi,  questo è un  grosso complimento da parte sua! Non mi ha messo alcuna pressione di fronte alla gara, ha saputo mantenermi calmo, concentrato e tranquillo. Così io non ho accusato emotivamente alcuna aspettativa o tensione. Sono riuscito a vivere la competizione con grande serenità grazie a lui. Ho capito dal podio che il mio coach Piero era gratificato e soddisfatto, ma sempre con la sua ottima dose di  calma “apparente”.
"Un giorno mi piacerebbe montare in gara con i colori dell'aeronautica"


-          Prossimi impegni agonistici?
La stagione di gare termina così. Facciamo solo un altro concorso tranquillo di allenamento per terminare l’anno. Lascio i cavalli sereni, poi, in base al calendario 2016 vedremo che tipo di stagione ci si prospetterà”
Le farebbe piacere far parte del gruppo sportivo di qualche arma?
“ Assolutamente si! Mi piacerebbe  montare con la divisa dell’aeronautica!”

sabato 5 dicembre 2015

“POTER SENTIRE IL CALORE DEL CAVALLO”


 Una “Giornata particolare” di lezione con il “Cavaliere” Mario Maini   per 6 binomi dell’ASD  “I Pioppi “ di Piero Coata a Campagnano.
A cura di Giulia Iannone
I 6 binomi del Circolo Ippico " I pioppi " di Campagnano incontrano il cavaliere Mario Maini



Lezione a “sorpresa” con Mario Maini,  giovedì 4 dicembre 2015 all’ASD “ I pioppi” di Campagnano alle ore 15, presso il maneggio coperto dell’ASD “ I Pioppi” di Campagnano, Roma.
Da  una idea del tecnico Piero Coata che ha voluto  offrire a 6 binomi del suo centro,  una lezione tecnica speciale diretta da un Maestro,  figura pregevolissima, pietra miliare della nostra equitazione italiana.
Piero Coata, Deus ex machina della lezione
a sorpresa come stimolo didattico
per i propri allievi

 I  binomi scelti sono stati: Sofia Cochetti con Querida della Mezzaluna, Carlotta di Giuseppe su Wild Freedom; Alessandro Donazza su Balalaika 26, , Filippo Falcinelli su Cantiano, Valeria Michelangeli con Uran; Sofia Pierleoni su It’s Fritz 7.


I giovani cavalieri in erba sono rimasti spiazzati e stupefatti dall’iniziativa dell’istruttore di casa, Piero Coata, come si fosse trattato, di una interrogazione a sorpresa, con un cavaliere che non conoscevano e di cui non avevano,  mai sentito parlare. Qualcuno frettolosamente ha cercato informazioni sul cellulare, qualcuno è sceso in campo con la curiosità  e l’aspettativa di fare conoscenza con il  “Maestro misterioso”!
Effettivamente su internet si trova ben poco, giusto una breve scheda biografica.
Mario Maini nasce a Roma,  il 4 agosto 1927.
  A  cavallo sin da subito, ad 8 anni riporta già le prime vittorie in ambito giovanile. Dal 1950 in poi ha partecipato a svariate gare nazionali ed internazionali, vincendone altrettante. Specialista della categoria della potenza, sinonimo di coraggio, di energia, di ardimento e di perfezione atletica del binomio, ha centrato per ben 70 volte la vittoria in una gara oggi tanto discussa .
 Una carriera eccezionale, costellata di allori, di podi e di altrettanti infortuni, medaglie invisibili di altrettante  battaglie interiori.
Negli anni ’70 i cavalieri tedeschi lo definiscono come il più grande cavaliere del momento, la scuola francese in quegli anni disse di lui “ Gran Cavaliere, specialista di concorsi ippici, grande preparatore di cavalli”. Nell’archivio della Fise viene annoverato tra i primi 5 cavalieri di tutti i tempi, per il maggior numero di vittorie conseguite.
Sofia Cochetti riceve delucidazioni sull'assetto e sulla posizione delle mani

Personalità eclettica e spirito indomito, partecipa a 7 edizioni del palio di Siena, dove si merita il soprannome di “Fil di Ferro”. All’apice della sua carriera sportiva, durante l’età d’oro dell’equitazione italiana, incappa in un brutto incidente in “Cross Country” e questo lo taglia fuori dalle Olimpiadi di Roma 1960. Amatissimo come istruttore,  sa lasciare una impronta indelebile a livello didattico, un po’ burbero, schietto e dal tono volitivo, induce alla riflessione. Tutta passione, disciplina e dedizione.  Ripete spesso “L’equitazione è arte”.

Quando impari da un Maestro, non devi solo ascoltare quello che dice.
Perché molto è in come lo dice, nel tono, nel proposito, in come si trasfigura mentre parla, in quelle molte sigarette accese,  in quella rabbia per l’errore, previsto,  che principalmente si riversa sul cavallo.  Nelle mani che simulano e cavalcano l’aria come se ci fosse collo e criniera e lì lontana quasi in parabola, la bocca sacra per tutti i cavalieri italiani della nostra migliore tradizione.
Il  Cavaliere - maestro Mario Maini ha visto tutto con un colpo d’occhio entrando nel maneggio coperto. Seduto in un angolo ha voluto i cavalli in presentazione fronte al centro, poi  che sfilassero uno ad uno per vedere ancora il corpo e le fattezze dell’animale. Rapido, conciso, senza troppi fronzoli di parole formali.
Cavalli in presentazione 

La lezione “di conoscenza” è stata incentrata prevalentemente  su posizione ed assetto.
Tutto comincia con molte notazioni sull’assetto, e lì la spiegazione si fa ampia, minuziosa, puntuale e si comincia toccando  due andature utilissime per il lavoro del cavallo e per verificare l’assetto funzionale del cavaliere che sono il passo ed il trotto.
Queste sconosciute nell’equitazione di oggi!
Valeria Michelangeli su Uran

 Il discorso nasce momento per momento, da quanto si presenta e balza all’occhio, seguono espressioni come “ lavorare in piano è una ginnastica di preparazione.  Ci  vuole disciplina, precisione, pazienza. Altrimenti è solo non saltare” . La maggiore inquietudine nasce sulla staffa presa in punta da quasi tutti gli allievi e qui Mario Maini si prodiga molto in spiegazioni e correzioni, anche quando precisa  che il cavallo non deve stare stretto tra i polpacci, ma tra le ginocchia “ perché avete le toppe del  pantalone sulle ginocchia se non le stringete? Dovete stare in sella come se foste in ginocchio! Allora scaricate il peso sulla staffa, la punta non si deve alzare, la gamba non deve scivolare in avanti. State vicini al costato , dovete POTER SENTIRE IL CALORE DEL CAVALLO!”
Alessandro Donazza su Balalaika 26

Ecco frasi poetiche del genere dette da figure di questo calibro, ci restituiscono il senso, il valore,  la misura di quello che si sta facendo a cavallo. Altrimenti non si parlerebbe di disciplina equestre. Una lunga carrellata sull’esecuzione dell’alt, sulle transizioni, su come mandare il cavallo sulla mano sempre attraverso l’uso preciso delle gambe, nella giusta posizione.  L’equitazione “con le gambe” in cui non si usano le redini come maniglia o come sostegno, e questo sarà il punto focale o cruciale sul salto. “Allungate le redini sul salto, le mani vanno verso la bocca non il busto.”
Effetti del lavoro, guardate come Querida della Mezzaluna si è decontratta al trotto

Dopo la fase di lavoro in piano – solo ed ampiamente al passo e trotto- ai binomi è stato chiesto di affrontare un verticale di circa 50 cm con due barriere al trotto. Qui sono emerse le imprecisioni dell’assetto dei giovani allievi che compromette l’ uso dell’incollatura- bilanciere in parabola. Indi per cui è stato alzato un po’ il verticale, messa una barriera a 5 m e posizionate due barriere a “coda di rondine” per suggerire e stimolare nei cavalli un maggior uso del dorso e dell’incollatura. Agendo sull’esercizio, il fantino del Palio di Siena, ha cercato di far “sentire” agli allievi come far esprimere al meglio il cavallo saltatore, soprattutto modificando l’uso della mano in parabola. “ torna, male! Ti reggi sulle redini! Scorri di più, avanza” oppure “ non usare troppo il busto, è la mano che va verso la bocca”. 
passaggi al trotto sulle barriere: Sofia Pierleoni su It's Fritz 7

 Sono stati davvero tanti, commoventi, toccanti gli stimoli dati dall’ottantenne che mentre faceva lezione tuonava come un leone per far passare l’ insegnamento e per donare tutta l’essenza del suo sapere.  Il cavallo “educato “, ben educato dall’equitazione secondo i parametri e lo stile della migliore cultura equestre, diventa più semplice, fine, espressivo, ed è una gioia per gli occhi . Scrive Paolo  Angioni “  Sarebbe una perdita, un passo indietro nel cammino del nostro patrimonio di civiltà, se i nostri giovani, almeno una piccola parte di essi, non potessero più arricchirsi con gli stimoli intelligenti che sa dare il cavallo educato dall’equitazione, restituendo a questo antico termine il significato di arte di governare l’istinto, le forze muscolari, il movimento del cavallo, da cui deriva tutto il resto che desideriamo.”
Ecco perché, per non perdere questa veridicità di questa disciplina che rasenta l’arte, è importante farsi ispirare da questi cavalieri – docenti, che hanno ancora , come Maini, uno spirito guerriero traducibile in tanta forza espressiva volta all’insegnamento.
Carlotta Di Giuseppe su Wild freedom


Il commento dei partecipanti:

Alcuni allievi non hanno compreso a fondo lo schema di lavoro, altri hanno dubitato che un cavallo possa affrontare in esercizio un verticale al galoppo con barriera di invito posto a 5 m, infine altro dubbio ha riguardato il tipo e l’indole del cavallo. Il pensiero che cavalli difficili, sensibili e nevrili possano   iniziare da subito la ripresa di lavoro con richieste precise,  sottomissione e pronta concentrazione. Ma anche il dubbio e la riflessione sono utili e generati da un buon stage didattico. Soddisfazione ed entusiasmo ha espresso il 15enne Alessandro Donazza con la sua cavalla “ Gradita sorpresa per me, lavorare alla “vecchia maniera” con un tecnico di tale pregio e carisma, seguendo lo schema di lezione della nostra migliore tradizione italiana. Mi ha incuriosito e motivato molto. Balalaika, la mia cavalla, ha gradito, si è trovata bene con i compiti richiesti. Uno stage che  rifarei assolutamente”! Prontamente la compagna di team, Valeria Michelangeli, 19 anni e con già qualche GP all’attivo ha precisato “ Non si tratta di vecchia o nuova maniera. E’ montare secondo i concetti chiave e cardine dell’equitazione. Montare fluidi, morbidi, con mano generosa e verso la bocca, tanto in piano quanto sul salto, sempre con l’assetto ordinato e preciso. Questa è l’equitazione”! 
Filippo Falcinelli su Cantiano 

Allievi lo si è per tutta la vita, ma in questo gruppo, l’allievo molto “sui generis”  Filippo Falcinelli di esperienza e di GP ne ha all’attivo sicuramente molti  e da cavaliere esperto del gruppo ha concluso dicendo “ Ho cercato di spiegare ai più giovani chi sia Mario Maini, cosa rappresenti  per la nostra equitazione e per la didattica. Molti ragazzi non sanno chi è, dunque è giusto parlarne, conoscerlo più da vicino, e ricevere una lezione come quella di questo pomeriggio è una occasione preziosa da non lasciarsi sfuggire. Sinceramente conosco Mario da tempo, vado spesso a trovarlo anche a casa. Ho montato altre volte  con lui dunque conoscevo il suo stile didattico e le sue richieste tecniche. Anche se la mia formazione equestre risale a Raimondo D’Inzeo – che impostava in maniera leggermente diversa- è possibile lasciarsi modellare e plasmare dal Maestro,  chiaro e carismatico. Tutto parte da un concetto di fondo:  l’assetto,  duttile e versatile. Poi tutto viene di conseguenza”.

Un breve commento di Mario Maini dopo lo stage:
" c'è molto da lavorare. Grande è la confusione sull'assetto"

Maestro, per concludere in sintesi, può fare un commento sul livello di preparazione degli allievi  cui ha fatto lezione  quest’oggi?
“ Guardi, c’è molto da lavorare! Grande è la confusione sull’assetto.  Ma è un problema che riguarda l’equitazione contemporanea! Ai miei tempi “guai chi si sedeva” oggi si è affetti dal male opposto “ guai chi si solleva!” altro problema che affligge i cavalieri di oggi è la posizione del tallone basso, poiché la staffa è presa troppo in punta, la gamba scivola avanti e le linee ed i baricentri si alterano tutte! Attenzione tengo a precisare che io non invento nulla. Se no sembra che vengo qui a sconvolgere tutto. Io proseguo quello che si è sempre fatto e che oggi si è perso completamente perché considerato vecchio stile, vecchia maniera, arcaico.”
Scusi allora dell’equitazione di oggi cosa Le piace ...visto che mi ha già esposto con poche battute cosa non le piace!
“ Non mi piace nulla! Mi piacciono sicuramente i cavalli. La qualità dei cavalli che oggi si impiegano nello sport equestre è a dir poco favolosa. Però i cavalieri si sono accorciati le staffe, le redini e le giacche nessuno è realmente ben inforcato nella sella, nessuno segue veramente l’equilibrio dinamico del cavallo. Sono cambiate tante cose ma non in meglio! Lo sa che io a Milano sono arrivato a saltare 2 metri e 20 nelle sei barriere? Lo sa che ho passato il muro a 2,30? Certo quello era il passato, la gente di oggi pensa che non era equitazione. Ma io il muro l’ho saltato con un purosangue leggerissimo, chi lo farebbe oggi?  Nel nostro tempo ci sono tante cose che non si possono fare: la potenza è tanto discussa. Non si può mettere il muro ad entrare in gabbia, i larghi di oggi sono in realtà passaggi di sentiero, le distanze sono misurate col cm al limite dell’esasperato. Ma dove è finito l’occhio del cavaliere e del cavallo per le distanze? Dove la qualità del binomio? “
Lei tratteggia una situazione equestre drammatica. Da cosa ripartirebbe allora se dovesse fare un intervento radicale?
Da zero. Bisogna rifare tutto da capo!”
Sa che questa è la stessa idea e posizione di Giorgio Nuti!
“Certo! Giorgio Nuti è stato mio allievo. Lo sapeva?”
Mi tolga una altra curiosità. Lei ha un curriculum ed una cultura equestre profonda ed invidiabile. Come mai non ha mai lavorato attivamente nel settore della formazione della nostra Federazione Equestre?
“ Ah ah! Io sono uno che scotta! Forse “rompevo” le palle a qualcuno!”
( ndr. È desiderio del Cavaliere Maini che la frase sia riportata esattamente con questo tono.! )



lunedì 30 novembre 2015

UNA “VITTORIA” DA NON DIMENTICARE

Le "amazzoni" d'oro del Team Lazio 2015
Photo di Giulia Iannone

Il Comitato Fise Lazio festeggia la doppia affermazione a Verona, durante Fiera Cavalli 2015, della squadra pony  e l’oro individuale di “Vittoria” Olivieri nel Gran Premio delle Regioni under 21.

A cura di Giulia Iannone


 E' accaduto questo pomeriggio, alle ore 17,30 nello splendido paesaggio e tramonto che solo Roma sa dare ai propri abitanti 
L'impianto militare di Tor di Quinto
Photo di Giulia Iannone


presso la casetta Comando dei Lancieri di Montebello,Ippodromo Militare Gen. Giannattasio - Viale Tor di Quinto 114  allestita ad hoc per l'occasione dalla Dott.ssa Fabrizia Graziani ,
Il logo istituzionale del Comitato Fise Lazio accoglie gli ospiti della serata
Photo di Giulia Iannone
 in un piccolo ma quanto mai accogliente e caldo ambiente in cui si è riunita la "famiglia del Comitato Regionale" 
Photo di Giulia Iannone


C'erano molti " amici ed appassionati di cavalli" , cavalieri ed amazzoni  di diverse generazioni, Ippo genitori, ippo famiglie, addetti ai lavori, rappresentanti della stampa e quanto altro, istruttori ed i tecnici artefici della bella performance di Verona... (premi, coccarde e riconoscimenti simbolici per fissare una data, un momento, un istante) 



giunti  a  condividere il momento gratificante che segue l'inaspettata e per questo bellissima e dolcissima affermazione agonistica che sa di gioia ma che immediatamente volge lo sguardo al presente ed al futuro per il raggiungimento di nuovi traguardi, di nuove esperienze, di nuovi progetti ed approdi, tenendo saldo e coerente il metodo ed il sentimento che genera la competizione.

La breve festa si è aperta con l'intervento del Presidente del Comitato Fise Lazio Giuseppe Brunetti, che ha introdotto un video riassunto sulla trasferta di Verona 2015, con i momenti salienti della vittoria della squadra laziale dei Pony durante la Coppa delle Regioni 

Attraverso il video è stato possibile ripercorrere le emozioni di Verona
Photo di Giulia Iannone






Occhi puntati sulla sequenza di immagini , come viene in risalto immediatamente dallo scatto che segue,  che ritrae gli astanti tuffati nell’evento scaligero.  Riconosciamo sulla destra  il Capo Equipe di questa magnifica squadra. Riccardo Padovan che brevemente ha così commentato durante la serata di oggi" E' stato un oro sperato, ma sicuramente inaspettato. Il team di giovanissimi ha tenuto duro, ha mantenuto i nervi saldi ed ha retto alla tensione, anche quando in prima giornata Jamuna Melis su Princess è stata eliminata per la perdita - imponderabile- del cap durante il percorso. Quest'anno finalmente ce l'abbiamo fatta! Credo che il risultato sia stato il frutto di un buon progetto concepito e portato avanti da  tutto il team,  di una buona formazione di questa stagione. Ebbene sì, abbiamo offerto in regalo ai giovani di questo team pony un ciclo di stage - 1 al mese da  aprile ad ottobre- con il tecnico italiano per eccellenza Giorgio Nuti, presso il Circolo Ippico "I Pioppi" di Piero Coata. Se vengo riconfermato " ha concluso Padovan " vorrei continuare prima di tutto a promuovere curare ed incentivare la crescita  dei cavalieri pony intesa come preparazione tecnica, come formazione e maturazione  del binomio in senso profondo il cui banco di prova e verifica divengono le gare. Ringrazio sicuramente il Presidente Brunetti per avermi sostenuto in questo ruolo, avendo appoggiato le mie scelte, perchè facendo una selezione per la creazione di squadra , le critiche sono all'ordine del giorno"

Ecco poi alcuni esponenti della squadra pony intervenuti alla cerimonia di premiazione



Giuseppe Brunetti consegna un riconoscimento sia a Riccardo Padovan

sia a Marco Sassara, coordinatore nell'ambito della commissione salto ostacoli pony e cavalli che ha commentato faraonicamente " E questa volta, è andata bene!"

Ed un riconoscimento particolare al Tecnico Piero Coata che quest'anno con la "sua squadra" cavalli  individuata per l'occasione ha lambito il podio, o meglio ottenuto la medaglia di legno, con Catarci, Mosca, Del Prete, Olivieri chiudendo con 7 penalità complessive, eppure ricompensato sul piatto della bilancia dalla Dea Bendata, dall'oro individuale di Vittoria Olivieri, selezionata per l'occasione proprio dall'allievo di Piero D'Inzeo " Ho chiamato Vittoria e le ho detto che mi serviva quest'anno per Verona. Lei ha montato per questa occasione una cavalla non sua. La montava da alcuni concorsi, l'ho vista in gara al test event di  San Lazzaro di Savena, Bologna, i primi di ottobre ed ho deciso di sceglierla. E' una ragazza brava e concentrata" ha commentato con la brevitas  che  lo   contraddistingue. " Il tecnico che ogni Presidente vorrebbe" ha aggiunto ironicamente Brunetti " poichè non parla!"  


ma vuole fatti e serietà sul campo, in scuderia e nel lavoro quotidiano a cavallo . 

Ha 20 anni Vittoria Olivieri, giovane ma avvezza al Gran Premio delle Regioni della Fiera di Verona, cui ha preso parte ben 4 volte. " Ero in squadra e lottavo per la squadra della mia regione per la quale dovevo assolutamente portare a casa il netto entrando per ultima in entrambe le manche" ha ricordato l'oro della categoria 130 " ero motivata e concentrata certo poi emozionata perchè non mi aspettavo di chiudere in prima posizione! Ho contato su me stessa e sulla forza del binomio ed alla fine la squadra è risalita dal sesto , purtroppo solo, al quarto posto". Una aggiunta su Carmen " la cavalla è  svizzera , ha  13 anni, ha uno spirito positivo e vincente,ed  in realtà non è mia!  Il mio cavallo di punta si è infortunato durante la stagione agonistica . Devo ringraziare il Presidente del Pony Club, Alessandro Blasi, per avermi prestato questo cavallo con cui subito è nato un bel feeling ed una reciproca intesa in soli 3 concorsi prima della Fiera. Ovviamente una dedica particolare va doverosamente  al mio istruttore Antongiulio Pieraccini. "


L'unico modo per portare i cavalli di questa vittoria ad una festa di premiazione sarebbe stato quello di parlarne , parlarne  di più dedicando qualche istante.  Sarebbe stato bello sentire un pensiero, una frase di commento espresso dalla viva voce dei ragazzi con la semplicità, spontaneità e freschezza di un legame confidente che viene prima di ogni Coppa, coccarda e trofeo. 
"La vera forza travolgente" scrive il maestro Lodovico Nava "  è l'amore che nasce tra il cavallo e l'allievo...una grande passione"









lunedì 16 novembre 2015

LO STILE EQUESTRE DI FILIPPO GILBERTO CATARCI


4 chiacchiere con Filippo Gilberto Catarci.
“Premio di stile alla Fiera Cavalli di Verona 2015”
Filippo Gilberto Catarci ritratto durante i Campionati italiani 2015
Photo courtesy Filippo G.Catarci facebook page

Intervista a cura di Giulia Iannone

Si presenti ai lettori equestri come più le fa piacere...
Ho 17 anni e vivo ad Anguillara Sabazia, sul lago di Bracciano. La mia famiglia è proprietaria di una tenuta agrituristica che alleva capre, pecore, vacche e cavalli, chiamata I Due Laghi. Il circolo ippico, quindi, è al suo interno. Frequento il 2º liceo classico e gioco a basket in una squadra non agonistica. Sono da sempre appassionato di tutti gli sport, dal calcio al Beach volley, dal tennis allo sci, anche se dedico la maggior parte della giornata all'equitazione e allo studio.”
Come ha approcciato l’equitazione e da quanto tempo la pratica?
Mi dicono che mio nonno Federico mi ha fatto salire con lui a cavallo tenendomi in braccio, ma in realtà a 4 anni ho cominciato a prendere le prime lezioni. Quindi questo è il 13esimo anno.”
Quanto conta e quanto è importante “l’istruttore” nella sua giovane formazione equestre? Chi è dunque quel qualcuno cui deve di essere arrivato fino al Premio di stile conseguito a Verona 2015?
Devo ringraziare più persone: in primis Maria Guttridge, istruttrice BHS che tutt'ora insegna nel nostro circolo,- cura la scuola di base-  con la quale  ho fatto i primi concorsi e che mi ha curato molto l'assetto; è stato importantissimo per me il grande cavaliere Mario Maini, che mi ha seguito molto sulla tecnica del  salto; negli ultimi 8 anni sono stato seguito da Pierpaolo Quagliariello, grazie al quale sono migliorato moltissimo ed ho raggiunto i livelli attuali. Negli ultimi anni è stato ed è il mio riferimento”
Gli incontri tecnici che hanno  lasciato un segno tangibile nel suo modo di montare fino a questo momento?
Ho preso parte a numerosi stage con il cavaliere irlandese Edward Doyle e con il tecnico italiano Giorgio Nuti.”
Dicevamo “Premio di stile a Verona 2015” : il premio era accompagnato da una motivazione? Se si quale? In caso contrario lei che tipo di spiegazione si è dato nel momento in cui l’ha ricevuto?
“E’ stata riunita per l'occasione una giuria selezionata di tecnici competenti che ha ritenuto di assegnare un premio per lo stile a 6 cavalieri tra quelli della coppa delle regioni. Al momento della consegna sono stato molto onorato e lo sono tutt'ora.”
"Lo stile è la padronanza della tecnica che permette di essere nel giusto assetto ..."
Photo courtesy Filippo G.Catarci facebook page

Che significa per lei stile a cavallo? quanto conta per lei, quanto ci tiene e quanto si impegna per esso?
Lo stile è la padronanza della tecnica che permette di essere sempre nel giusto assetto con il corpo composto in ogni momento del percorso. Mi alleno ogni giorno per diverse ore dato che seguo molti cavalli. Ci tengo davvero molto e cerco sempre, insieme al mio istruttore Pierpaolo, e alla sua severità, di migliorare.”
A proposito di stile equestre: chi è – se c’è- il cavaliere cui si ispira ,cui fa riferimento costante, insomma il  modello e punto di riferimento estetico ma soprattutto concettuale?
Per quanto riguarda lo stile equestre cerco di avere come riferimento cavalieri che hanno una struttura fisica simile alla mia, quindi alti e slanciati, come ad esempio Daniel Deusser. Per la grande grinta e determinazione ammiro molto Henrik von Eckermann, che ha a che fare con dei cavalli abbastanza complessi.”
Cosa spera e desidera per il proseguo della sua carriera equestre?
Spero vivamente di migliorare sempre più per raggiungere i livelli più alti, ma non c'è fretta: non voglio bruciare le tappe.”
"spero vivamente di migliorare sempre più ma senza fretta: non voglio bruciare le tappe!"
Photo courtesy Filippo G.Catarci facebook page

Lei ha due cavalli importanti con cui affronta le gare più rilevanti. Ma credo che Del Tikky sia il cavallo di punta? Quello comunque con cui ha preso parte a Verona? Parliamo di lui, pregi, difetti, carattere, qualità. E’ lui fino ad ora il cavallo del cuore?
Sì, un baio tedesco di nome Landewich e il sauro belga Del Tikky, che ha partecipato a Verona. È un cavallo che ha saltato gare grosse con il mio istruttore Pierpaolo, ha grande esperienza e buon rispetto. Sa essere molto focalizzato sulla gara ma è anche capace di distrarsi rapidamente. Non mi sento di nominarlo cavallo del cuore: sono molto legato ad ogni cavallo che monto, ognuno con le sue particolarità.”
L’equitazione è fatta di gioie e dolori. Vogliamo citare un ricordo equestre “molto felice” ( non per forza una vittoria in senso di gradino più alto del podio!) ed un momento di particolare dispiacere o disappunto che le ha dato una lezione in termini di insegnamento?
Un momento particolarmente felice è legato alla mia prima trasferta estera, in un CSI a Lamprechtshausen, in Austria, in cui ho conseguito una vittoria nel gp junior. Come esperienza negativa posso citare gli scorsi campionati centro-meridionali in cui ho gettato via la medaglia d'oro perdendo completamente il controllo della situazione, nonostante avessi numerosi punti di vantaggio. Sono comunque molto contento di aver fatto tesoro di quella lezione e di essere riuscito a gestire le gare successive.”



lunedì 9 novembre 2015

L’ORO” MADE IN ITALY” DI LUCA COATA IN SELLA A QUITE BEAUTY

Salto Ostacoli
Per la rubrica : " Complimenti a ... Luca Coata "
"Quite Beauty è una cavalla speciale! Sempre molto competitiva e pronta a dare il meglio quando entra in campo gara"
Photo courtesy Luca Coata facebook page, nella foto di Valeria Serra, Sardegna Jumping Tour 


Ci tengo a ringraziare in primis mio padre Piero che rappresenta nella mia vita e carriera sportiva un vero punto di riferimento”
A cura di Giulia Iannone
In quella stessa domenica che incoronava nella tappa di Verona della  Longines  Fei World Cup il francese  Simon Delestre su Hermes Ryan durante un jump off denso di colpi di scena, nella prima categoria della giornata iniziata alle 8,30 - a due fasi su altezza di 140 parte dello CSI 2 stelle-  un giovane cavaliere italiano, appartenente alla famiglia equestre “Coata” faceva suonare l’inno di Mameli con la complicità della cavalla di 10 anni, Quite Beauty, sella italiana da Quite Easy, con il tempo di 28.46 della seconda fase.
Ecco il commento di Luca Coata  alla ribalta, ancora una volta, con  la  cavalla italiana già oro 2015  a Gorla Minore nel criterium II grado al Campionato Italiano.


 Commentiamo la vittoria di domenica mattina nella cat. 140, gara a due fasi Premio Cavalleria Toscana dello CSI2 *. Se l'aspettava?

“Diciamo che mi aspettavo di fare una bella gara visto che Quite Beauty  ha una grande esperienza su gare anche più alte e più difficili e perché aveva saltato molto bene nei due giorni precedenti, poi domenica nella prima fase l'ho sentita ancora più in forma e ho capito che potevo spingere sull'acceleratore nella seconda fase.  L 'ho fatto ed è andata bene!”

Maggiore soddisfazione perchè in sella ad un cavallo tutto made in italy.  Ci parla  di Quite Beauty . Pregi , difetti, punti di forza, caratteristiche.
“ Quite è una cavalla speciale! Sempre molto competitiva e pronta a dare il meglio quando entra in campo gara. Mi ha già regalato molte soddisfazioni e sono sicuro che continuerà a farlo in proseguo”

"Una bella soddisfazione essere davanti a tutti a Verona, mentre risuonava l'inno d'Italia"
Photo courtesy Luca Coata facebook page

La sua emozione a Verona durante questa premiazione: cosa ha pensato mentre sentiva  le note dell'inno nazionale?  A chi dedica  la vittoria,  chi desidera ringraziare?
“Vincere una gara è sempre una cosa emozionante , vincerla dentro un campo come quello di Verona ancora di più.  Anche se si trattava di una gara dello  CSI 2* è stata una bella soddisfazione essere davanti a tutti mentre suonava l'inno d'Italia.  Ci tengo a ringraziare in primis mio padre Piero che rappresenta nella mia vita e carriera sportiva un vero punto di riferimento.  Un ringraziamento particolare anche a Domenico Merlani, proprietario di Quite Beauty .”
Verona, location speciale. Sicuramente  non è la sua prima volta in questo magico appuntamento equestre italiano .  Condivida con noi i suoi ricordi  del passato,  momenti belli, indimenticabili di questa edizione, cui lei  hai preso parte gareggiando nel 2 stelle.
“Sicuramente ,insieme a Piazza di Siena , Verona rappresenta una location speciale per noi cavalieri italiani.  Avevo già gareggiato in questa fiera con i pony e altre 5 volte per la coppa dei giovani.  Spero di riuscire a far parte dei BIG nei prossimi anni e prendere parte alla World cup”

"Quite Beauty, cavalla italiana di 10 anni ha già regalato molte soddisfazioni a Luca Coata:
qui ritratta in premiazione al Campionato Italiano 2015, oro nel criterium II grado."
Photo courtesy Luca Coata facebook page


 
Quali  sono i suoi programmi e piani per le prossime gare?

“ Dopo Verona Carito ( lo stallone holsteiner da Carthago  compagno di molte avventure di Luca Coata ormai da qualche anno, ndr)  e Quite Beauty  si riposeranno qualche week end per arrivare in forma al prossimo appuntamento che sarà il CSI **** di Salisburgo la prima settimana di dicembre.”

domenica 1 novembre 2015

“UN COSTRUTTIVO INVESTIMENTO DI TEMPO”!

Formazione
Massimiliano Floris e Luce Bellissima
Photo courtesy Olga Chieffi
FISE LAZIO
UD13 LAVORO DEL CAVALLO NON MONTATO:

A cura di Giulia Iannone

 Nei giorni 26 e 27 ottobre 2015 , si è svolta presso il IV reggimento Carabinieri a cavallo sito in Tor di quinto, l’unità didattica 13 sul tema “lavoro del cavallo non montato “ tenuto dal veterinario  Dott. Marco Reitano e dall’istruttore di III livello - Master di specializzazione in dressage,  Massimiliano Floris, I 30  iscritti al  corso , di cui alcuni provenienti da altre regioni quali la Campania e la Toscana, sono stati : Stefano Allega,  Mauro Ambrosetti,   Jacopo Ascani ,  Miriam Barbiere ,  Alba Claudia Bartocci ,  Camilla Bianchi ,  Jessica Campisi ,  Maria Cappelletti ,  Olga Chieffi ,  Alfonso Crucianelli,  Valentina Cursio ,  Daniele De Luca ,  Edoardo De Marinis , Daniele Di Cori ,  Francesco Gargallo di Castel Lentini ,  Flavia Gelsomini ,  Giulia Iannone ,  Agnese Lanzetta , Carlotta Lopalco,  Giorgia Maraschio ,  Veronica Mariani ,  Francesca Romana Nanni ,  Giulia Panebianco ,  Karen Petrella ,  Isabella Ryan ,  Tania Sacconi ,  Irene Sardella ,  Goffredo Savini ,  Sara Tripicchio ,  Eva Luna Zago.
Il corso di due giornate, ha fornito agli astanti  una ampia ed esauriente panoramica su di un lavoro che ha molte e svariate sfumature concettuali  attraverso un linguaggio comune della famiglia equestre, semplice, puntuale, immediato e preciso.
L’unità didattica ha sottolineato, costantemente,  come  il nostro rapporto con il cavallo inizi molto prima di salire in sella. La costruzione del dialogo con il nostro compagno di vita e di sport parte da lontano, ad esempio dai primi momenti di vita del piccolo puledro, quando accanto alla mamma può apprezzare ed approcciare più spontaneamente l’essere umano come figura familiare e non estranea di cui diffidare.  I concetti ed i motivi ispiratori, all’interno delle tante e numerose argomentazioni e tematiche tecniche che non intendiamo riprodurre in questa sede, hanno a che fare con la comunicazione, con il contatto che genera fiducia in una relazione di scambi ed interazione reciproca tra due esseri, uomo e cavallo, uniti e fusi come in un  solo corpo ed anima, sintetizzabile nell’idea dell’uomo centauro: unione  di intenti, di comprensione, di sostegno di condivisione di un progetto. Il lavoro da terra, e non unicamente espresso come lavoro alla longe, ci induce al ragionamento, all’osservazione, alla riflessione, alla correzione, alla ricerca dei giusti ritmi, del giusto approccio, di come presentarsi e conoscersi.  Un cavallo che accanto al suo partner umano ha compreso e gradito il proprio lavoro quotidiano e da ciò trae gioia, dunque è felice , è  un  “happy horse ed happy atlete”. 
Come insegnare da terra la cessione alla gamba, seguendo la teoria del rinforzo negativo
Photo courtesy Olga Chieffi


In questa carrellata di argomenti, non è mancato un momento di riepilogo storico, che ha fatto comprendere meglio come sia cambiata nell’uomo la consapevolezza, la considerazione ed il rispetto nei confronti del cavallo. Già  i nostri padri equestri ed i grandi Maestri classici avevano capito che i cavalli sono dotati di una sensibilità emotiva, interiore, di una capacità di apprendimento di cui tener conto , non solo in fase di addestramento. Senofonte, tra i primi,  all’epoca dell’Antica Grecia aveva intuizioni e sentimento che oggi definiremmo della doma dolce o gentile. “ quando il puledro si spaventa è carezzandolo che gli si insegna a non temere” ed ancora “tutto ciò che è forzato e imposto brutalmente non potrà mai essere bello”. Anche la frase di Simone di Atene avvalora questo quadro “Se un ballerino fosse forzato a ballare attraverso l’uso di fruste e speroni o comunque di strumenti affini, non potrebbe mostrare alcuna bellezza così come un cavallo in condizioni simili”. Nel cammino della dottrina equestre troviamo i grandi Maestri ai quali dobbiamo molto , per l’impegno profuso e la spinta emotiva con cui hanno effettuato una grande ricerca per elaborare e configurare una dottrina. Sono nomi come Federico Grisone, Giovan Battista Pignatelli, de La Gueriniere , padre ed ideatore della spalla in dentro solo per citare alcuni dei maggiori esponenti della dottrina classica. Costoro avevano capito e inteso molto e toccato vette altissime ma qualcosa mancava nel loro lavoro. In questi ultimi anni stiamo vivendo e siamo stati investiti da tutta una scia ed ondata di “gentilezza” che appartiene alla doma dolce o etologica.  Monty Roberts, Pat Parelli e tante altre personalità prestigiose  hanno portato alla ribalta problematiche e peculiarità psicologiche ed emotive sul cavallo. Questa rinnovata attenzione rivolta all’interiorità dell’equide, ha colmato le molte le troppe smagliature della “strada maestra” che sembra assopita e  disattenta su tali tematiche.    La  nostra tecnica di base  sembra essersene “scordata”, osiamo dire,  troppo spesso perché  mal praticata , troppo spesso frettolosa e precipitosa, ispirata e modellata sui criteri di  una società del consumismo che va di fretta e brucia sempre più le tappe,   tralasciando le sue buone abitudini, i “boni mores” del pensiero e della pratica equestre,  schemi e metodi e la grande lezione  del “giusto tempo “ , tutti pensieri  che traevano  linfa sensibile dalla mano e dal cuore  dell’uomo di cavalli. Quello vero! 
 Massimiliano Floris introduce  al lavoro della doppia longe su di una testiera senza imboccatura
Photo courtesy Olga Chieffi

 In tutto questa fucina di sentimenti e di tecnica, è apparso il Dott. Andrew Mclean a rimetter ordine ed a suggerire come coniugare alla perfezione scienza etologica e tecnica tradizionale. La parte dell’apprendimento è sicuramente la chiave di volta e trait de union tra i due ambiti. Che cosa mancava dunque ai Grandi Maestri classici? “non avevano le conoscenze scientifiche per spiegare perché le cose accadono. Il metodo però che essi adoperavano era migliore di quello di oggi, poiché loro non erano soliti scartare i cavalli. Oggi noi scartiamo i cavalli se hanno problemi. i  Grandi Maestri del dressage spiegavano i comportamenti dei cavalli con riferimenti del comportamento umano non animale: quel cavallo è buono, quel cavallo è cattivo... che sono doti umane e non attribuibili ad un animale. Il termine ad un cavallo piace, o non piace può essere anche vero ma la spiegazione del perché non piaceva o non può piacere non era esauriente. Bisognava cercare nel rinforzo positivo o negativo che avevano ricevuto prima. Dunque una spiegazione di tipo scientifico. “ lo ha detto proprio Mclean “ nell’etologia come scienza manca la componente dell’apprendimento “, questa componente proviene dal Nord America. “ per me – dice l’etologo australiano- le teorie sull’apprendimento basate sul condizionamento classico – rinforzo positivo o negativo- rappresentano un messaggio importantissimo. È giusto il concetto etologico, ma in ogni interazione il cavallo impara qualcosa. Qualcosa è cambiato nel suo comportamento.( L’ABC del cavallo sportivo, intervista ad Andrew McLean).
 Alla luce di questo concetto fondamentale, che si evince dall’excursus storico rapidamente tratteggiato durante il corso, è stata invece data ampia spiegazione degli 8 principi dell’addestramento, contenuti nel testo divulgato dalla Fise “ Principi di tutela e di gestione degli equidi” distribuito in aula.
Il Dott. Marco Reitano introduce il suo lavoro alla corda con la cavalla di 6 anni "Quisa Bella"
Photo courtesy Olga Chieffi

La  fase pratica del corso  ha visto all’opera il primo giorno il dott. Marco Reitano con strumenti e tecnica della migliore tradizione didattica della nostra scuola, di cui Reitano è illustre rappresentante, all’opera con la cavalla di 6 anni di origine sarda “Quisa Bella” che è stata messa a disposizione per l’occasione dal IV reggimento. La dimostrazione aveva lo scopo di rivedere, ripetere e suggerire in maniera concreta lo  schema di lavoro impostato in aula, breve esposizione di attrezzatura, osservazione ed approccio di base alla corda di un giovane soggetto.  Se la tecnica è sempre la strada maestra ed il motivo ispiratore della didattica, è anche vero che deve essere affiancata sempre dalla giusta comprensione e da una notevole capacità introspettiva. 
Fase iniziale del lavoro alla corda che Marco Reitano ha mostrato con la cavalla
giovane di origine sarda. Ecco come appariva "Quisa Bella" durante i primi momenti alla longe
Photo courtesy Olga Chieffi

Questo ensamble  di “tecnica ed anima” ha ispirato invece la lezione pratica di Massimiliano Floris che ha dato dimostrazione didattica  con la propria  cavalla di 6 anni  “Luce bellissima” figlia dello stallone da dressage Bellissimo M. un giovane soggetto   che ha lavorato con grande equilibrio psico- fisico in un contesto ambientale davvero non facile : non in tondino, tra gli spari di esercizio provenienti dal poligono limitrofo e la musica ad altissimo volume dell’esercitazione del Carosello dei carabinieri. Luce bellissima ha trovato la giusta concentrazione indossando una semplice testiera  senza imboccatura, con un cordino passato sul naso alla maniera di Linda Tellington, frusta lunga  da dressage. In seguito un breve prospetto per l’introduzione all’uso di base della doppia longe. Alcuni istanti finali in cui la cavalla è stata montata da Massimiliano Floris a dimostrazione del compimento concreto e tangibile della propedeuticità di un lavoro in vista dello scopo finale.
D’altronde lavorare con i cavalli è una occasione, un privilegio, una splendida avventura da vivere con profondità espressiva e consapevolezza. Ad un certo punto  del viaggio ci accorgeremo che mentre cerchiamo di “migliorare e valorizzare” il nostro compagno di vita, in realtà stiamo migliorando in primis noi stessi...